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Gli Archivi della Basilica

L’Archivio del Capitolo di San Pietro in Vaticano

Ben prima della nascita del Capitolo Vaticano la cura della Basilica di San Pietro era affidata ai monaci di quattro vicini monasteri (Ss. Giovanni e Paolo, S. Stefano Maggiore, S. Martino, S. Stefano Minore). I documenti conservati dai monaci di S. Martino e di S. Stefano Maggiore costituiscono il nucleo originario del patrimonio documentario del Capitolo di San Pietro risalenti al secolo IX. 

Nel corso della sua storia quasi millenaria il Capitolo di San Pietro ha poi continuato a produrre, raccogliere e conservare una gran mole di documentazione. Oltre a numerosi privilegi pontifici e imperiali, l’Archivio ha conservato carte patrimoniali e amministrative utili a ricostruire le vicende istituzionali del Capitolo, oltre alla registrazione di tutta l’attività liturgica svolta nella Basilica di San Pietro. 

Per secoli l’Archivio capitolare è stato custodito all’interno della Basilica, pur subendo diversi spostamenti. Alla fine del Settecento ha trovato finalmente posto nel nuovo Palazzo della Canonica, fatto costruire per i canonici da papa Pio VI. All’epoca l’Archivio non era ancora aperto agli studiosi: eventuali richieste di consultazione venivano esaudite trasferendo momentaneamente i documenti presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel 1940, proprio per agevolare la pubblica consultazione dei documenti e per garantirne una migliore conservazione, i canonici di San Pietro fecero trasferire dal loro Archivio alla Biblioteca Vaticana gran parte della documentazione a prevalente interesse storico, mantenendo invece presso di sé le carte a prevalente interesse giuridico-amministrativo. Nel fondo depositato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, costituito da 100 armadi, (di cui una parte liberamente consultabile al link https://digi.vatlib.it/mss/Arch.Cap.S.Pietro), confluirono in tempi diversi intere serie e anche singole unità archivistiche che dialogano direttamente con la documentazione rimasta nella sede originaria dell’Archivio. 

Fra i molti documenti ancora conservati presso l’archivio capitolare, raccolti in 33 armadi in legno del 1782 (alti 4 metri, corrispondenti a 1450 metri lineari, per un  totale di 11091 unità archivistiche) si segnala, per la sua importanza, la collezione dei diari della Basilica dal 1602 al 1935, che raccontano in dettaglio le attività svolte in San Pietro negli ultimi quattro secoli; la serie Status Animarum della Parrocchia di San Pietro dal 1547 al 1926; la serie Chiese Filiali della Basilica Vaticana dal 1393 al 1958 (ultimo anno consultabile del Pontificato di Pio XII). Al fondo cartaceo si è aggiunta recentemente la digitalizzazione di parte della documentazione oggi nella Biblioteca Vaticana (circa 600 DVD).

Oltre al fondo del Capitolo, l’Archivio conserva anche quello della Venerabile Cappella Giulia, costituito da 4091 spartiti musicali amanuensi e a stampa a partire dalla fine del XVIII secolo al 1979.  

 

Modalità di ammissione

Si accede all’Archivio previa autorizzazione del cardinale Arciprete del Capitolo di San Pietro e del canonico incaricato dell’Archivio Capitolare. La richiesta va  presentata scrivendo ad archiviostorico@capitolosp.va e allegando alla domanda di consultazione dell’Archivio un breve curriculum vitae, l’argomento di studio e i propri recapiti. 

Accordata l’autorizzazione, gli studiosi concordano i giorni della frequenza con il personale dell’Archivio, raggiungibile ai seguenti contatti: 

Tel. 06.69884556

E-mail  archiviostorico@capitolosp.va

L’Archivio Storico Generale della Fabbrica di San Pietro in Vaticano

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Scritto e letto da Simona Turriziani 

L’Archivio Storico Generale della Fabbrica di San Pietro in Vaticano conserva la memoria storica della costruzione, decorazione e manutenzione della Basilica Vaticana dai primi anni del 1500 fino ai giorni nostri e, con essa, tramanda anche la storia dell’istituzione preposta a tale impresa, la Fabbrica di San Pietro in Vaticano

Istituito ufficialmente il 13 gennaio del 1579, l’Archivio ha avuto, nel corso dei secoli, diverse sedi. L’attuale è stata inaugurata nel 1984 da San Giovanni Paolo II e occupa le due sale ottagonali che gravitano intorno alla cupola della cappella della Madonna della Colonna, nella crociera di sinistra della Basilica di San Pietro. In questi ambienti l’Archivio trova un’ottima sistemazione del materiale e un giusto apprezzamento del suo valore storico, arricchito da un corredo artistico di notevole importanza. Anche la sua ubicazione, all’interno del luogo stesso che descrive e racconta, esprime il legame con l’attività di conservazione e manutenzione della Basilica Vaticana alla quale la Fabbrica di San Pietro è tuttora chiamata. In quest’ottica l’Archivio fornisce un apporto indispensabile all’Ufficio Tecnico della Fabbrica, ma anche e più in generale alla storia dell’arte, dell’architettura e dell’economia, qualificandosi come una fonte preziosa e significativa per prospettive storiografiche di diversi ambiti. 

Aperto agli studiosi fra il 1880 e il 1881, nel corso del Novecento la storia dell’Archivio è stata segnata dalla figura di Cipriano Cipriani, monaco benedettino olivetano, che dal 1960 al 1982 si è occupato dell’inventariazione analitica di tutto il complesso documentario, producendo, oltre ai classici strumenti di corredo, anche uno schedario cartaceo di circa 15.000 schede che ancora oggi rimane lo strumento principale di ricerca per gli studiosi. 

Il complesso documentario, composto da oltre 10.000 unità fra codici, registri, faldoni e cassette, è conservato in centoventi armadi e sviluppa una lunghezza di circa 2000 metri lineari. 

I fondi conservati sono sei: quello principale relativo alla Fabbrica di San Pietro (dai primi anni del 1500 fino ai nostri giorni); quello dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento (sodalizio creato nel 1540 al fine di custodire e venerare il Santissimo Sacramento della Basilica Vaticana, attivo ancora oggi); il fondo della famiglia “Della Piazza” (banchieri e mercanti di Siena, dalla seconda metà del 1400 fino agli inizi del 1500); il fondo Quarantotti (depositari della Fabbrica di San Pietro dagli ultimi anni del 1600 fino al 1765); il fondo dell’impresa edilizia Galli (attiva a Roma dalla fine del 1700 fino al 1859), e infine il fondo “Margherita Accossato e Andrea Manto”, composto da una collezione di disegni e di progetti dell’architetto Carlo Marchionni per la nuova Sacrestia della Basilica di San Pietro (1776-1786). 

L’Archivio Storico della Fabbrica è dunque la fonte principale per lo studio della Basilica di San Pietro, dal Cinquecento ad oggi, ma è altresì considerato una fonte importante per lo studio della storia occidentale dell’età moderna e contemporanea.

Modalità di ammissione

Si accede all’Archivio previa autorizzazione del cardinale Presidente della Fabbrica di San Pietro, cui sarà presentata da parte del richiedente la domanda di ammissione alla consultazione dell’Archivio, presentando un breve curriculum vitae, specificando l’argomento di studio e i propri recapiti. Ottenuta l’autorizzazione, lo studioso dovrà convenire telefonicamente o tramite il servizio di posta elettronica con il personale dell’Archivio sui giorni della frequenza.

Giorni e orari di apertura

L’Archivio è aperto agli studiosi dal 16 settembre al 15 luglio

La sala studio è accessibile dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 12:30, eccezion fatta per i giorni di festa propri dello Stato della Città del Vaticano.

Accordata l’autorizzazione, gli studiosi dovranno concordare i giorni della frequenza con il personale dell’Archivio, raggiungibile ai seguenti contatti: 

Tel. 06.69885470

Email: archiviofsp@fsp.va

Sono ammessi alla frequenza:

- ricercatori e studiosi qualificati, noti per i loro titoli e le pubblicazioni di carattere scientifico;

- docenti e ricercatori universitari o di istituti superiori;

- studenti laureati che preparano una tesi per ottenere il dottorato di ricerca;

- studenti laureandi che documentino di dover consultare il materiale conservato unicamente nell’Archivio.