Un programma per la riduzione delle emissioni, un sistema intelligente per il monitoraggio della qualità dell’aria all’interno della Basilica di San Pietro, la diffusione delle buone pratiche in materia ambientale al fine di promuovere comportamenti e stili di vita sostenibili, di cura e custodia della nostra casa comune. Sono i punti cardine del più articolato Progetto di sostenibilità ambientale ed energetica della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, avviato nel 2022 dalla Fabbrica di San Pietro, fondamentali per affrontare la crisi climatica e promuovere la Transizione alla Ecologia Integrale.
A dieci anni dall’enciclica “Laudato Sì” firmata da Papa Francesco il 24 maggio 2015 e pubblicata il 18 giugno successivo, sono stati resi noti i primi risultati del Progetto, frutto della collaborazione con ENEA, Politecnico di Milano, Università di Bari “Aldo Moro”.
La gestione dei flussi di materia
La “Diagnosi delle risorse” condotta da ENEA ha riguardato i flussi di materiali e risorse idriche nella Basilica di San Pietro e in Palazzo della Canonica, Palazzo di Santa Marta, Studio del Mosaico.
Sono state indicate le azioni per ridurre consumi, sprechi e impatto ambientale, con relativi costi e benefici, dalla raccolta differenziata ai fontanelli d’acqua per eliminare contenitori plastici e sostituire imballaggi non biodegradabili.
Il progetto della Fabbrica di San Pietro, dal profondo valore etico, può rappresentare un modello replicabile anche ad altri siti storici, religiosi e culturali, al fine di migliorarne l’efficienza ambientale e gestionale.
La gestione dei flussi di energia
Il Politecnico di Milano, una volta analizzati i consumi energetici attuali, ha proposto interventi di efficientamento impiantistico e bioclimatico, senza alterare il patrimonio storico-artistico, dalla sostituzione di vecchi impianti con pompe di calore all’illuminazione con lampade LED fino alla attivazione di ventilazione naturale per il raffrescamento.
Per il Palazzo della Canonica è prevista la sostituzione dei terminali idronici con sistemi waterloop e installazione di pompe di calore (ad aria o ad acqua di falda), con una riduzione dei consumi tra il 48% e il 57% e delle emissioni tra il 65% e il 72%.
Allo Studio del Mosaico la sostituzione dei radiatori con sistemi waterloop, introduzione di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e uso di illuminazione LED ad alta fedeltà cromatica, con una riduzione dei consumi di oltre il 60%.
Risultati attesi: riduzione dei consumi energetici del 43% e delle emissioni di CO₂ del 62%.
Il monitoraggio in continuo di inquinanti indoor all’interno della Basilica di San Pietro
Negli ultimi trent’anni, l’interesse scientifico per la qualità dell’aria negli ambienti chiusi è cresciuto, soprattutto perché la popolazione moderna trascorre oltre il 90% del tempo in spazi indoor, dove spesso l’inquinamento supera quello esterno. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente evidenziato l’importanza di monitorare l’aria interna, soprattutto per ridurre il rischio di trasmissione di virus e batteri, a garanzia della salubrità degli ambienti a cui accedono giornalmente decine di migliaia di pellegrini e visitatori in quest’Anno Giubilare.
In questo contesto si inserisce il progetto di monitoraggio della qualità dell’aria nella Basilica di San Pietro, dove in sette punti, con il Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari “Aldo Moro”, sono stati installati sistemi sensoristici avanzati per rilevare in tempo reale particolato (PM), composti organici volatili (TVOC), anidride carbonica (CO₂), Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e parametri microclimatici.
I risultati finora raccolti mostrano che, malgrado l’elevato numero di accessi, in media tra i 40 e i 45mila al giorno, con punte di 68mila dall'inizio dell'anno, la Basilica mantiene una buona qualità dell’aria grazie alle sue grandi dimensioni e all’efficace ventilazione naturale.
«Il progetto di sostenibilità relativo al complesso monumentale della Basilica di San Pietro mira a rendere la Basilica vaticana, con la comunità che la anima e con i milioni di pellegrini e turisti che ogni anno la visitano, una “casa” a impatto zero, che tutti accoglie e tutti incoraggia a crescere in umanità – ha detto il Cardinale Mauro Gambetti, Presidente della Fabbrica di San Pietro - Complessa l’architettura monumentale, complesso il campo di intervento, per vincoli, volumi, numeri, complessa l’operazione per realizzarlo».
«Lo Stato della Città del Vaticano è impegnato da molti anni a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso politiche ecologiche per salvaguardare l’ambiente e fornire strategie di risparmio energetico, nello spirito dei principi della Enciclica ‘Laudato Sì’, della Esortazione Apostolica ‘Laudate Deum’ e dell’Encilica ‘Fratelli Tutti’» ha aggiunto il Cardinale Gambetti.
«Il Comitato Scientifico di Progetto, che ha validato metodologie e progettualità in campo energetico ed ambientale, monitora, rendiconta e certifica i risultati delle azioni, contribuendo poi, con strumenti informativi e formativi coerenti con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, anche al dialogo interreligioso, aderendo all’approccio “One Health”» ha spiegato il coordinatore del progetto, Walter Ganapini.
Alla conferenza stampa sono intervenuti, inoltre, il prof. Niccolò Aste, Docente presso il Politecnico di Milano - Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito; il dott. Mario Jorizzo del Dipartimento Sostenibilità, Circolarità e Adattamento al cambiamento climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile e il prof. Gianluigi De Gennaro, Docente di Chimica dell'Ambiente presso il Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari “Aldo Moro”.
Cartella stampa:
Presentazione Aste - Presentazione Jorizzo - Presentazione De Gennaro - Intervento Gambetti - Intervento Ganapini